venerdì 23 marzo 2018

I saggi consigli di scrittura (e non) del primo che passa #1: la pistola semiautomatica

Oggi si spara.
Inizio dalle pistole automatiche perché attualmente sono quelle più utilizzate e di cui si parla di più, soprattutto nei romanzi. I revolver, per quanto siano fighissimi e utili per giocare alla roulette russa, sono rimandati alla prossima volta, data da destinarsi. Probabilmente per il 2033. Forse. Chissà.



1. Mirino; 2. Carrello; 3. Fermo della leva di scatto; 4. Tacca di mira; 5. Estrattore; 6. Percussore; 7. Ritegno del caricatore; 8. Cane; 9. Portamolla e molla cinetica del cane; 10. Fusto e telaio; 11. Caricatore; 12. Molla della leva di scatto; 13. Guancetta; 41. Chiavistello di bloccaggio; 15. Chiavistello di bloccaggio del carrello; 16. Grilletto; 17. Leva del grilletto; 18. Ponticello o guardamano del grilletto; 19. Espulsore; 20. Leva di scatto; 21. Piastra del percussore; 22. Stanghetta di scatto; 23. Canna; 24. Guidamolla; 25. Molla di recupero; 26. Molla del chiavistello di bloccaggio. (earmi.it)

Cos'è una pistola semiautomatica?

È una pistola provvista di un meccanismo che permette di incamerare, dopo uno sparo, un altro proiettile senza dover tirare il cane, di modo che sia sufficiente premere sul grilletto.
 Esistono tre tipologie di pistole semiautomatiche:
1) Single Action (SA - Azione singola): il meccanismo prevede che per esplodere il primo colpo sia necessario armare il cane, abbassandolo con il pollice o tirando indietro il carrello;
2) Single Action/Double Action (SA/DA): il meccanismo più diffuso attualmente. Per armare il cane è sufficiente premere il grilletto. In questo tipo di pistole la corsa del grilletto è più lunga rispetto alle SA, la prima parte della corsa serve ad armare il cane, la seconda a rilasciarlo.
3) Double Action Only (DOA): il cane è interno, diffuso nelle armi progettate per scopi difensivi e amche un secondo potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte se vogliamo essere estremamente drammatici e magari ci troviamo in uno scenario bellico.

Bang! Bang! Bang!

Come prendere la mira in modo profescionalissimo
https://www.all4shooters.com/it/Tiro/pistole/Beretta-nano-pistola-back-up/?p=1
Beretta Nano
I pallini bianchi della Beretta Nano sono nostri amici. Quando il pallino situato sulla punta della canna (mirino) si troverà tra i due sul carrello (tacche di mira), con ottime probabilità centreremo il bersaglio, a meno di star sparando a un bersaglio lontano, lontano, lontano con una pistola e non con un fucile di precisione. Ma attenzione al rinculo.

Si può visualizzare QUI un manuale d'uso della Beretta serie 81 e 84, nel quale viene spiegato come tenere un'arma, come scaricarla e caricarla, come pulirla e c'è anche un piccolo prontuario con i difetti. Se decidiamo di mettere in mano una pistola a un personaggio che dovrebbe saperla usare, dobbiamo sapere queste cose anche noi. Se la mettimo in mano a un imbecille, invece, siamo liberi di farlo guardare dentro la canna quando s'inceppa la pistola.
Se puntiamo a scrivere del pistolero più bravo nella storia dei pistoleri bravi e poi gli facciamo guardare dentro la canna quando l'arma s'inceppa oppure gli facciamo togliere il carrello per contare i proiettili, dobbiamo essere consice che qualcuno - là fuori da qualche parte- ci sta augurando di spararci sui piedi.

La narrativa è finzione, ma questo non implica che i fruitori siano una pletora di deficienti: l'esperto tiratore non dirà mai "ho tirato indietro quella cosa sopra la pistola", ma dirà: "ho fatto arretrare il carrello". Il lessico è importante, quindi ci tocca imparare pure quello.

Le pistole impugnate da Bruce Willis, Arnold Schwarzenegger, Stallone, Statham e compagnia sparante, sono quelle che poi generalmente vengono utilizzate dagli scrittori, in parte per imprinting, poiché se tutti impugnano una Glock allora tutti useranno una Glock, in parte perché si tratta di armi moderne e di "facile" reperimento.
Queste pistole pesano dai 600 ai 1000 grammi. La Beretta 92, che è quella in dotazione alle Forze Armate italiane pesa 950 grammi.

 Per quanto una persona sia abituata a girare con il braccio teso e un chilo in mano, dover girare quaranta chilometri quadrati di caseggiato con il braccio teso e un chilo in mano è faticoso. È soprattutto controproducente, poiché si sovraccarica il muscolo, che in tutta risposta inizierà a tremare, andando a influenzare la mira.
Facciamo un gioco di quelli superdivertentissimi: proviamo a girare per casa con il braccio teso e una bottiglia d'acqua da un litro in mano. Cosa ci accadrà? Che il braccio, dopo un po', inizierà a tremare. Col braccino in queste condizioni, prendere la mira sarà facile come fare sei al Superenalotto. Con i muscoli affaticati sarà difficile anche controllare il rinculo, e comunque faranno male: spalla e braccio.

La pressione sul grilletto rilascia il cane che spinge il percussore contro il fondello della munizione, che scatena la detonazione della polvere, la cui forza spinge fuori il proiettile. L'energia prodotta fa arretrare il carrello, Il bossolo viene espulso dalla camera grazie alla molla che lo sostituisce con una munizione carica nella camera.

Una buona regola è quella di non far poggiare il dito sul grilletto a meno che non si stia sparando, per limitare la partenza di colpi accidentali.
Avete visto cosa succede in Pulp Fiction quando qualcuno non sta attento a quello che fa con la pistola? Ed è chiaro il messaggio di fondo: Vincent è un grandissimo imbecille.
Per cui, per dare la giusta credibilità ai personaggi, è necessario essere realisti, dove non è possibile è necessario ragionare e creare verosimiglianza.

Visto che siamo in tema di ferite da arma da fuoco, mi pare giusto seminare qualche indizio sulla dimensione dei fori d'entrata e d'uscita in base al calibro usato.

Tumblr
E anche qualche effetto sul corpo umano.


*****
Link utili:
http://www.all4shooters.com/it/articoli/pistole/2012/Beretta-nano-pistola-back-up/?p=1
http://www.m1911.org/locking.htm
e sempre santa Wikipedia.

giovedì 12 gennaio 2017

Qualche chiacchiera sugli "Sea Shanties", ovvero i canti marinareschi



Gli sea shanty erano canti che venivano intonati durante i momenti di lavoro della nave, quindi più o meno ogni volta che si veleggiava, sia per darsi il ritmo sia per non  morire di noia con una scotta in mano.

Olandese volante, versione Pirati dei Caraibi

La maggior parte dei canti sono in lingua inglese, e si distinguono principalmente in due tipi: gli shanty da hauling, intonati durante i lavori di tiro di scotte e drizze per issare e ammainare vele e pennoni; e quelli da heaving (letteralmente “ondeggiamento”), che invece veninvano intonati durante lavori che prevedevano l'uso di verricelli e argani, spesso per caricare la stiva.

I canti da hauling si cantavano per i lavori più faticosi e si differenziano in:

- Long-drag shanty, o da tiro prolungato, riferito al tiro delle corde per issare le vele. Servivano alla ciurma per coordinarsi, in modo da tirare/lasciare andare tutti nello stesso momento. Due shanty usati per questo scopo erano: Hanging Johnny e Blow the man down.

They call me hanging Johnny,
yay-hay-i-o
I never hanged nobody
hang, boys, hang
Well first I hanged me mother
away-hay-i-o
Me sister and me brother
hang, boys, hang
 ver. Shanties Stan Ridgway 
 Hanging Johnny in particolare ha un testo intraducibile basato sul significato di "hang", che fa pensare direttamente all'impiccagione e il titolo stesso fa pensare più a un boia di bordo che a un ruolo specifico a bordo di un vascello. In realtà, si trattava di uno dei ruoli meno pagati e più pericolosi, gli hanging Johnny erano marinai particolarmente agili che si arrampicavano sui pennoni, afferravano le drizze e saltavano restando appesi alle corde, somigliando così a tanti impiccati.
La loro discesa era mediata dai marinai che intonavano il canto e li facevano arrivare piano piano sul ponte; quando i poveri hanging Johnny avevano i piedi sulla tolda, aiutavano i compagni a tirare per finire di issare la vela.
- Short-drag o da tiro corto, intonati quando il lavoro era di breve durata, ma richiedeva un grosso sforzo, come quando si tesavano le scotte o in generale serviva cambiare l’angolazione di una o poche vele per avere il favore del vento. Gli shanty dedicati allo scopo erano: “Haul away Joe”, “Boney”, “Haul on the bowline”.
Way, haul away, the good ship is a-bolding,
Way, haul away, we'll haul away, Joe!
Way, haul away, the sheet is now unfold-ing,
Way, haul away, we'll haul away, Joe!
Haul away, Joe

 Durante Haul away Joe, si tirava a ritmo con “Way haul away, we’ll haul away Joe” e in generale durante i cori.

Haul on the bowline, the bully ships a rollin'
Haul on the bowline, the bowline haul!
Haul on the bowline, Kitty is my darlin'
Haul on the bowline, the bowline haul!
Haul on the bowline, Kitty lives in Liverpool
Haul on the bowline, the bowline haul!
Haul on the bowline, the old man is a growlin'
Haul on the bowline, the bowline haul!
Haul on the bowline

     - Sweating up, per operazioni brevissimi com ottenere il massimo tiraggio delle drizze. Si intonavano i canti da tiro corto. 

     - Hand over hand, per operazioni lunghe quando gli uomini si mettevano in fila e tiravano facendo scorrere la corda da una mano all’altra. Esempio completo audio-video: Hellie hellie shamra

     - Bunt, con bunt si indicano le vele mediane issate sull’albero e i canti coincidevano col l’issare il pennone e la vela. Esempio: Paddy Doyle’s Boots 

     - Stamp and go, questi shanty erano intonati durante operazioni che non erano tecnicamente di tiraggio, ma lunghissime e di gran fatica come caricare la stiva. Dalle mani di un pirata all’altro, al ritmo dettato da tamburi o violino o flauto, o in mancanza di un musico a bordo, al fischio del nostromo.
      
      I canti da lavori all'argano o al verricello (Heaving), ma che venivano intonati anche per altri tipi di lavoro, come quello che nelle navi militari veniva chiamato "holystoning" (lucidatura del ponte), erano:

      Gli shanty tipici del lavoro, cui si aggiungevano mansioni come lucidare il ponte (holystoning), controllare le cime, etc, erano:
-
    - capstan, ovvero da verricello o argano. Venivano cantati Drunken Sailor, uno dei pochi canti permessi anche a bordo delle navi della Royal Navy e forse uno dei più conosciuti e Roll the old chariot, dato che spesso l'argano per issare l'àncora sembrava la ruota di un carro.
 
-     - Drunken Sailor, (versione degli Irish Rovers) uno dei pochi shanty permessi anche a bordo delle navi della Royal Navy;

What will we do with a drunken sailor?
What will we do with a drunken sailor?
What will we do with a drunken sailor?
Early in the morning!
Way hay and up she rises,
Way hay and up she rises,
Way hay and up she rises,
Early in the morning!
Shave his belly with a rusty razor,
Shave his belly with a rusty razor,
Shave his belly with a rusty razor,
Early in the morning!

Drunken Sailor (Irish Rovers)

-    - Roll the old chariot along Roll the old chariot along

Oh, a good night ashore wouldn’t do us any harm…
And, we’ll roll the old chariot along,
we’ll roll the old chariot along,
we’ll roll the old chariot along
and we’ll all hang on behind

Roll the old chariot along

- Pump shanty, ovvero quelli intonati durante le operazioni di pompaggio, che iniziavano poco prima dell'attracco per svuotare le sentine dall'acqua accumulata durante il viaggio. Quando la nave era ormeggiata, al sicuro in porto, veniva effettuata l'ultima operazione di pompaggio prima di scendere dalla nave. Il canto intonato è forse uno tra i più malinconici; Leave her Johnny.
Per quanto riguarda gli altri shanty, ci sono quelli che venivano intonati prima o dopo l’ormeggio:

Leave her, Johnny, leave her
for the voyage is long
and winds don't blow
and it's time for us to leave her

Leave her, Johnny


I canti erano in realtà decine e decine, non tutti legati a momenti di lavoro: Spanish Ladies era uno dei canti dei momenti d'ozio, permesso anche sulle navi militari.
La vita dei pirati era malinconica, non tutti sceglievano la carriera volontariamente, molti lo diventavano dopo essere stati arruolati con l'inganno su navi militari e dopo anni di servizio non era più possibile tornare alla vecchia vita e il compromesso perfetto era la vita da pirata.
Altri erano obbligati a firmare i codici (era sorprendentemente burocratico essere un pirata) per non essere uccisi quando diventavano ostaggi. Essere costretti a firmare il codice e prestare giuramento consisteva nel mettersi da soli il cappio intorno al collo in caso di cattura. Chi firmava il codice era raramente perdonato dai tribunali.

A bordo, inoltre, erano presenti i musicisti, figure quasi mitologiche al pari dei medici di bordo. Spesso i musicisti erano tra i primi membri delle navi abbordate a essere sequestrati, erano anche gli unici ad aver diritto al giorno di riposo (generalmente il sabato).
I loro servizi erano richiesti per dare il ritmo ai lavori, per dettare il ritmo dell'abbordaggio e della battaglia (spesso il musicista stava vicino al timone), per i momenti di ozio e di festa, per i momenti di tristezza, per cantare di amori e amicizie perdute, per ricordare a tutti gli altri che qualcosa di bello c'era sempre per tutti.

Se dopo tutto questo non siete ancora stanchi di sentire cori e violini, potete ascoltare gli shanty intonati dalle ciurme di Assassin's Creed Black Flag.

Felicissimo ascolto!

domenica 11 settembre 2016

Saint Seiya - Soul of Gold #11

Episodio precedente: #9 e #10



# 11 - Il ritorno del falso dio Loki o Aiolia is the new Seiya o Aiolos e la sindrome dello scudo umano
L'Athena Exclamation si è risolta con quasi un nulla di fatto, sebbene Andreas/Loki paia essere sparito e i gold che hanno osato il colpo proibito si ritrovano privi di energia a terra, dopo una micidiale esplosione che ha coinvolto il grande albero, Aiolia viene prelevato da una radice tentacolare e portato chissà dove. 

lunedì 29 agosto 2016

Saint Seiya - Soul of Gold: Ep. #9, #10

Episodio precedente: #8 Balder, l'uomo scelto dagli déi


#9 Saga, l'indistruttibile legame tra fratelli
C'è da dire che questo nono episodio sia stato a metà tra il deludente e il piacevole.
Nella lista dei caduti possiamo annoverare: il povero Aphrodite, l'irascibile Milo, il leale Shura, il rinnovato Death Mask e il probo Aldebaran. Gli altri cavalieri d'oro procedono verso la meta, nel senso che si prendono a manate in faccia. A parte Mu, lui sta davvero procedendo.

martedì 17 maggio 2016

Il mio primo romanzo finito: una dichiarazione d'amore

Il primo romanzo concluso è un grossissimo traguardo. Non necessariamente segnerà l'inizio di sfavillanti carriere nel mondo della narrativa, non necessariamente verrà dato alle stampe o verrà letto da più di due persone, ma qualunque sia il suo destino: è finito e agli occhi dell'autore sarà speciale. Si sa.

E lo so perché a settembre 2014 ho deciso di darmi una scadenza importantissima per  concludere un romanzo che mi assillava ormai da cinque anni. C'era solo un modo perché lo finissi e potessi finalmente passare ad altro: partecipare al Premio Urania, quindi la mia scadenza massima e improrogabile fu il 28 novembre di quell'anno, data in cui avrei finito di scrivere e correggere per poter finalmente dare alla stampante le pagine.
Il mattino del 29, data ultima per la spedizione, dopo una notte quasi insonne a guardare la piccola, fedelissima stampante rigurgitare le pagine una dietro l'altra e la copertina - un semplice foglio di cartoncino pergamenato color sabbia -  ho rilegato le pagine,  scelto una striscia di tela color rosso ciliegia e da un gruppo di fogli sparsi ho ottenuto un libro in meno di mezz'ora. Due libri in realtà, poiché il bando richiedeva due copie, ma è anche vero che ho potuto lasciare tutto all'ultimo momento perché rilegare libri è il mio mestiere.

martedì 29 marzo 2016

Gente di un certo livello: Akechi Mitsuhide - Lo shogun dei tredici giorni

Akechi Mitsuhide  (1526 - luglio 1582)
Inauguro una piccola rubrica (che aggiornerò regolarmente secondo i precetti del "chissà quando"), in cui parlerò a caso di qualche samurai, condottiero ninja, personaggio curioso: Gente di un certo livello.


Voglio iniziare con una figura odiata: Akechi Mitsuhide, la vigliaccheria concretizzata in essere umano, uomo di una viltà tale da essere simbolo di paraculaggine. 
Il contesto storico che lo vede protagonista è quello dell'epoca Sengoku (Sengoku jidai 1478 - 1605), detta anche degli stati belligeranti, costellata da battaglie e sangue, fu un'epoca che vide un daimyo, Oda Nobunaga di Owari, ergersi a unificatore di quella terra che andava dilaniandosi sotto gli artigli implacabili della guerra civile e circondandosi di guerrieri e signori feudali, tra i quali Akechi Mitsuhide.

lunedì 20 luglio 2015

Saint Seiya - Soul of Gold - Ep.#6, #7 e pure #8! E videogiochi vari ed eventuali

Episodio precendete: #5 - il potere delle armature divine


 Dopo un periodo di intenso lavoro, intense sfighe e infine un'intensissima voglia di non fare un tubo, torno a impestare il meraviglioso mondo di internet col mio bell'inutile scrivere sugli ultimi episodi di Saint Seiya - Soul of Gold.
Ben tre episodi tutti insieme e non solo, accennerò qualcosa sul videogioco pay per win per cellulare sul mondo di Saint Seiya, Legend of Athena, e sul videogioco per PS3 e PS4 sui cavalieri previsto per settembre (mese di Metal Gear) per il 31 ottobre per gamestop, 24 settembre per amazon.
Ci sarà tempo per i videogiochi, per ora c'è molto da dire sulla scarsa qualità dei disegni e delle animazioni degli ultimi episodi della nuova serie animata, qualità che s'impenna durante pochissime scene in cui le ombreggiature danno ai personaggi il carisma che avevano trent'anni fa. Purtroppo, a parte Aldebaran, restano anoressici, presto, qualcuno li nutra!

#6 - Le sette sale di Yggdrasill

giovedì 16 aprile 2015

Saint Seiya - Soul of Gold - Ep.#1


Premessa sincera: nel momento in cui ho sentito parlare di un nuovo spin off dei Cavalieri dello Zodiaco, tutto incentrato sul post mortem dei Gold mentre i bronzini facevano del loro meglio nel non farsi annichilire da Ade e le due divinità gemelle, nella mia mente si agitava una domanda, si dibatteva come un pesce appena pescato: ma perché? Ne sentiamo davvero il bisogno?

martedì 31 marzo 2015

Recensione: "E se poi mi innamoro, pazienza" di Erika Favaro

Questa è una recensione un po' farlocca, nel senso che l'obiettività è andata a farsi friggere. Non posso nascondere una smisurata simpatia per l'autrice, con la quale ho condiviso momenti di delirio letterario indiretto durante lo svolgimento del primo talent show via forum: Fattore Pesce e non solo!
Non ho mai incontrato Erika di persona, ma sono bastati pochi messaggi via mail per inserirla nella lista di: "se ti intristiscono, dimmelo che vengo a prendere il colpevole a pugni sulle gengive". Si tratta di un tentativo di protezione difficilotto da applicare, data la distanza geografica, ma non importa, sarò pronta a dare il mio sostegno morale. Ma veniamo al succo!




Titolo: E se poi mi innamoro, pazienza
Autrice: Erika Favaro (blog)
Casa Editrice: Piemme
Anno: 2014
Pagine: 262

lunedì 2 marzo 2015

Riassunto commentato: Mobile Suit Gundam Origin 01 - Casval dagli occhi blu


Casval dagli occhi blu
senza lo Zaku, lo stesso non sei più
piovono asteroidi tra noi
vorrei parlarti ma ti eietti via.

Mobile Suit Gundam Origin, con i suoi quattro OAV, farà da ponte tra gli eventi conosciuti a partire dalla One Year War della prima serie di Gundam, le cui vicende si sono trascinate avanti negli anni passando da Gundam Zeta e le mirabolanti avventure dell'iracondo Kamille, e Zz, allo struggente e doloroso Char's Counterattack. E diciamocelo, Char mi ha lasciato un po' di stucco verso la fine, ma le cose, ora sono un po' più chiare.

Partiamo dalla preistoria, la serie animata è tratta dall'omonimo manga di Yoshikazu Yasuhiko, detto Yaz, che a partire dal 2001 - e per ben dieci anni della sua vita - ha riportato su carta le vicende animate della Guerra di un Anno, aggiungendo alla storia dettagli e flashback, arricchendo il contesto di scene e vicende che - per un motivo o per un altro - non trovarono posto nella serializzazione animata del 1979, figlia della mente di Yoshiyuki Tomino, divinità indiscussa di alcune delle morti più barbare e insensate della storia dell'animazione mondiale.

Questa nuova serie di OAV riporta sullo schermo la gioventù della Cometa Rossa e di Sayla Mass, che nelle varie serie animate abbiamo visto intenta a combattere, a intortare/farsi intortare da un giovane Amuro Ray e prendere il sole in piscina, senza mai avere un ruolo importante quanto quello del fratello.


Il primo OAV di Mobile Suit Gundam Origin si apre nel bel mezzo di una battaglia spaziale, per la precisione la battaglia di Loum, che vede la discesa in campo degli Zaku II e in particolar modo del tre volte più veloce mezzo di un giovanissimo tenente appartenente alla fazione del Principato di Zeon: Char Aznable.


Tra laser ed esplosioni, tra morti atroci e lacrime per compagni caduti, veniamo catapultati indietro nel tempo, alla notte prima di un evento che ha cambiato per sempre la storia della Terra e delle sue colonie: la morte di Zeon Zum Deikun, padre di Char.
La morte del leader delle forze indipendentiste di Munzo - Side 3 - colonia terrestre che orbita attorno alla Luna, odora di marcio, ne è convinto il rumoroso Jimba Ral, padre del grande, fantastico, grandioso, immortale Ramba Ral, e grande amico del defunto Zeon Zum Deikun.

Difesa x3
Jimba non si fa problemi a parlare alla triste vedova e ai bambini del fatto che il loro leader è stato sicuramente ucciso. I sospetti sono quasi certezze e ricadono di prepotenza su un'importantissima famiglia di Munzo: la famiglia Zabi.

Garma, Kycilia, Dozle, Sasro e Gihren
Vediamo per la prima volta la faccia di Sasro, scopriamo come il volto del mastodontico orco dal cuore gentile Dozle (che sarà padre della piccola Mineva) sia stato ricoperto di cicatrici; ci avviciniamo a quella grandissima cagna che è Kycilia, alla crudeltà che si annida nel suo cuore arrivista, e a quell'omino tutto dictat e paraculagine che è Gihren, perché Gihren fa il finto tonto, ma Gihren sa. 
Durante le esequie del presidente Deikun, c'è uno scambio di sguardi tra un rispettoso e fin troppo cresciuto Casval e un annoiato Garma, ultimogenito di Degwin Zabi, che in qualche modo risente dello sguardo dell'orfano e assume una posa più consona alla situazione.
Tutta la prole di Degwin Zabi, architetto supremo di complotti, si ritrova a coprire nuovi ruoli, ma i complotti non sono finiti. 
Parte importante del piano degli Zabi è di far ricadere la responsabilità della morte del presidente di Munzo sulla Federazione Terrestre, sollevare in rivolta gli abitanti della colonia e dichiarare finalmente guerra a quel governo centrale tanto lontano che non vuole riconoscere loro l'indipendenza.
Qualcosa va storto e gli Zabi si rendono conto di dover eliminare dal gioco la famiglia Ral, più che fedele a Deikun e più che decisa a proteggere la progenie del presidente.


Dal parlamento della Repubblica Indipendente, sulla cui cima garriscono le bandiere della Federazione Terrestre e quella della Repubblica, con l'orbita di tre colonie, ecco svanire la bandiera azzurra di Munzo in favore di quella rossa, bianca e nera dell'appena costituito Principato di Zeon, istituito in nome del presidente caduto, per portare avanti la sua battaglia di indipendenza dal pianeta madre. 

Durante la processione funebre di Deikun, l'auto in cui viaggiano Sasro e Dozle viene fatta saltare in aria, l'esplosione uccide Sasro e segna per sempre il volto di Dozle. Che siano stai i Ral a eliminare un pericoloso avversario nella scalata al potere di Munzo? 
La popolazione della colonia si divide in chi spalleggia gli Zabi e in chi sostiene i Ral, dando origine a una guerra civile in piccola scala, ma convincendo il giovane Ramba Ral che sia il caso di allontanare da Side 3 l'anziano padre e la famiglia dell'ex goveratore. Ormai il potere è al sicuro nelle mani degli Zabi ed è necessario limitare i danni di qualunque cosa abbiano in mente, soprattutto favorendo la fuga di Casval e Artesia.


E per portare via i due giovani virgulti serve l'aiuto di una donna straordinaria: Hamon, che si finge un ufficiale della federazione Terrestre e allontana i bambini dalla loro casa.


Arrivare nella sezione portuale della colonia si rivela essere difficile, per quanto Ramba e i suoi uomini ce l'abbiano messa tutta, gli Zabi e la Federazione Terrestre danno l'ordine di sparare su quel mezzo impazzito, sebbene gli Zabi sappiano chi c'è all'interno. Casval e Artesia sono una moneta di  scambio preziosa e se i due fratelli cadessero nelle mani della Federazione, le cose per la famiglia Zabi si complicherebbero. L'idea di farli uccidere dalla Federazione stessa, forse, è la cosa migliore per il benessere e la scalata al potere del neonato Principato.

E si assiste alla nascita di un guerriero, di un ribelle; si intravede quella sorta di dono magico che rende speciali gli uomini dello spazio, quella straordinaria capacità di raggiungersi e comprendersi nonostante i grandi spazi astrali, quell'istinto tanto espanso da portare a vedere le lacrime del tempo, quella forza che permette di prevedere gli attacchi e anticiparli. Il vero sesto senso, una sorta di presa di coscienza superiore.


È la forza d'animo di Hamon a far sì che venga ingaggiata battaglia, la volontà di non vedersi schiacciare e di giocarsi il tutto per tutto per permettere ai due bambini che siedono nella torretta (per inciso, il punto più pericoloso) di fuggire.

Il primo sguardo della Cometa Rossa

 Le capacità "sovrannaturali" di Casval e un considerevole quantitativo di fortuna, permettono al piccolo gruppo di fuggire, di scendere dal mezzo fumante prima che la Federazione Terrestre faccia fuoco a piena potenza.


 Finalmente Casval, Artesia e Jimba Ral riescono a partire, con l'aiuto delle conoscenze di Hamon.

Quando la Luna sarà diventata grande cento volte, vi raggiungerò. ;_;
Devo ammettere di aver trovato molto più di quello che mi aspettassi. Le scene d'azione sono state limitate allo stretto necessario, dopotutto Casval sta per diventare Edward Mass e mancano undici anni perché nasca ufficialmente la Cometa Rossa.
Non mi sarei aspettata delle scene così struggenti, come l'allontanamento dei due bambini dalla madre, della quale mi ha sorpreso tantissimo la forza d'animo dimostrata. Dalla sua prima all'ultima comparsa, è infatti una donna sottomessa che fa quello che le viene detto in silenzio, mentre nella notte che trascorre con i figli nella torre, agisce attivamente. Spiega ai figli quello che può e riesce a convincere la piccola Artesia a partire.

Il comportamento di Char durante la Guerra di un Anno, l'alleanza provvisoria con l'AEUG contro i Titans e il ritorno all'obiettivo originale ne Il contrattacco di Char inizia con questo OAV ad avere più senso. Mancano ancora tanti elementi per costruire i passi di questo giovane uomo nello spazio, passi che lo porteranno sul palcoscenico delle lotte per l'indipendenza degli spazionoidi.

È spiacevole, però, vedere il piccolo Casval come un piccolo tenente. È triste vederlo rannicchiato sotto le coperte mentre finge di dormire e si ritrova a essere ignorato sia dal padre, all'inizio, che ha occhi e tenerezze solo per la piccola Artesia, e dalla madre, che consola la figlia in lacrime alla notizia della loro separazione. Casval ottiene considerazione solo in vece di colui che deve proteggere Artesia, lui capisce che quella sarà l'ultima volta che vedrà la madre. Ha solo nove anni e non batte ciglio.
Casval è già adulto, soffre in qualche modo di quella mancanza di attenzione, ma appena ne ha l'opportunità, agisce per quello che è: un giovane comandante, come fa contro Kycilia.
Questo suo essere, questa sua indole lo porterà a usare gli altri senza provare rimorso, a uccidere senza farsi problemi, dedicarsi anima e corpo a una vendetta forse inattuabile, trascinato da un odio e un astio che lo portano a estinguersi come una meteora.

C'è sempre molto da dire e discutere su Gundam e il suo universo, ci sarebbe da scrivere e scrivere, perché Gundam è un'opera completa, una delle più grandi opere fantascientifiche giapponesi, ma per ora mi fermo qui, in attesa del secondo OAV.