Da giugno, quando questo film in CGI è uscito nelle sale giapponesi, non ho fatto altro che spulciare i peggiori bar dell'interrete alla ricerca di una copia, mi andava bene anche qualcosa con quattro pixel complessivi. Ai primi di dicembre mi sono arresa, tanto a gennaio sarebbe uscito nelle sale anche in Italia, quindi potevo aspettare ancora un po'.
Avevo - però - trovato la OST e tra un ascolto e l'altro mi ero fatta qualche idea di come sarebbe potuto essere il film e non nascondo, in certi punti, di aver provato un certo sconforto, soprattutto alla traccia numero 21.
Nel momento in cui ho deciso di porre fine alle mie ricerche, eccolo arrivare, facendo sì che io potessi smettere di dare capocciate al muro.
Non lo vedrò doppiato, dato che in questo bucio di posto di mondo non è stato portato, però ho potuto scoprire che c'è già la sala prenotata per 50 gradazioni di disinteresse.
Doverosa premessa chilometrica.
A me Saint Seiya piace. Ma tanto, eh!
È un'opera che ho amato da bambina, che ho ricordato con piacere da adolescente e che ha riacceso quel fuoco che ardeva silente nel torace quando l'ho ritrovato quasi per caso da grande, quando ho potuto osservarla e analizzarla con occhi diversi, non più quelli di una bambina esaltata dalle armature, i segni zodiacali e i cazzottoni alla velocità della luce, ma quelli di una rompiconigli con una maturità diversa.