#9 Saga, l'indistruttibile legame tra fratelli
C'è da dire che questo nono episodio sia stato a metà tra il deludente e il piacevole.
Nella lista dei caduti possiamo annoverare: il povero Aphrodite, l'irascibile Milo, il leale Shura, il rinnovato Death Mask e il probo Aldebaran. Gli altri cavalieri d'oro procedono verso la meta, nel senso che si prendono a manate in faccia. A parte Mu, lui sta davvero procedendo.
Finalmente viene mandato avanti lo scontro tra il leone dorato e il cinghiale nervoso, che letteralmente confermano il fatto che Saint Seiya sia una serie animata basata sul dogma CAZZOTTI&SCINTILLE. E ci piace così!
Cazzotti e scintille |
Mentre la povera Lyfia preda di un attacco di sonnambulismo giunge in un tunnel nell'albero Yggdrasill, si ricorda di aver infranto il grande taboo di Asgard, l'atto da non compiere mai mai mai, ma proprio mai.
La prima legge dice che il sole splende in uno dei due fuochi situati sopra il piano dell'ecclittica. |
E davanti a un glifo per dodici anime, eccola fare ciò che non avrebbe mai dovuto fare: riportare in vita i gold saint.
In generale, la storia dei cavalieri d'oro che compaiono miracolosamente ad Asgard era un po' strana fin dall'inizio, anche se magari perfettamente sensata a fini di trama. In generale pare strano che qualcuno richiami da un altro regno dei morti un gruppo di persone. Capisco Hades, lui era il direttore capo supremo degli inferi e parte del suo potere mitologico è quello di decidere chi e come potesse andare e venire dal suo regno. Ma che Lyfia, Cthulhu o Thor possano decidere liberamente di strappare delle anime a un oltretomba sul quale non hanno giurisdizione sembra strano. Ma poco male.
Mentre Lyfia si ritrova intrappolata in un vortice di ricordi che paiono non appartenerle e questo la sciocca, deve dire ad Aiolia quello che si ricorda e via alla ricerca del leone dorato.
Questa è la puntata dedicata al rapporto fraterno. Il grande e potente Saga si scontra con Sigmund, fratello maggiore di Siegfried.
Questa è la puntata dedicata al rapporto fraterno. Il grande e potente Saga si scontra con Sigmund, fratello maggiore di Siegfried.
Scopriamo con sommo disappunto che nella serie di Asgard siamo stati turlupinati e che tutto quel rumore su Siegfried che ha ucciso il drago e si è bagnato nella linfa del lucertolone non c'entrava niente con il cavalierato, perché Siegfried ha avuto modo di diventare cavaliere solo perché Sigmund - che qui ci dicono avesse praticamente il God Robe addosso - si è trovato davanti a una Hilda appena inanellata dal dio dei mari di un altro pantheon e il povero asgardiano si è trovato rinchiuso in una cella.
Via in gattabuia. |
Sigmund è pieno di risentimento nei confronti dei cavalieri che gli hanno strappato il fratello ed è pronto a vendicarlo. Saga non si trova in difficoltà, non ha un momento di esitazione e caccia fuori una galaxia explosion ogni volta che può.
Sono del parere che avrebbero potuto far di più. La figura di Saga, con tutti i suoi continui contrasti interni che hanno decretato il casino supremo al Santuario, era qualcosa da approfondire.
La naturale dualità del seno dei gemelli, mette il cavaliere in situazioni strane. Kanon stesso, nella saga di Nettuno, ci tiene a ricordare la caratteristica principe del fratello gemello: "L'angelo sul volto, il demone nel cuore" e nella saga di Hades si è avuto modo di vedere quanto a Saga bruci il fatto di essere stato sostituito dal gemello che tante disgrazie ha causato, seppur redento.
Ora, Saga pare non abbia mai avuto problemi e si fa scudo e vanto dell'amore fraterno, che vediamo manifestarsi soprattutto nel lato asgardiano.
Il cloth di Siegfried interviene, dotato di volontà propria come tutte le armature, e ferma i colpi di Sigmund, foriero della volontà del proprietario ormai defunto.
Sono del parere che avrebbero potuto far di più. La figura di Saga, con tutti i suoi continui contrasti interni che hanno decretato il casino supremo al Santuario, era qualcosa da approfondire.
La naturale dualità del seno dei gemelli, mette il cavaliere in situazioni strane. Kanon stesso, nella saga di Nettuno, ci tiene a ricordare la caratteristica principe del fratello gemello: "L'angelo sul volto, il demone nel cuore" e nella saga di Hades si è avuto modo di vedere quanto a Saga bruci il fatto di essere stato sostituito dal gemello che tante disgrazie ha causato, seppur redento.
Ora, Saga pare non abbia mai avuto problemi e si fa scudo e vanto dell'amore fraterno, che vediamo manifestarsi soprattutto nel lato asgardiano.
Il cloth di Siegfried interviene, dotato di volontà propria come tutte le armature, e ferma i colpi di Sigmund, foriero della volontà del proprietario ormai defunto.
Amore fraterno. |
Convinto, Sigmund si placa, niente di quello che uò fare riporterà in vita il fratello e continua a esserci una disdicevole puzza di marcio che aleggia per tutti i rami dell'albero mitologico, ma è la vera natura infingarda che muove le mani di Andreas a palesarsi.
Mentre il celebrante interviene togliendo a Sigmund ogni freno, ogni capacità di controllo, rendendolo un berserker assetato di sangue, Sigmund riesce a chiedere a Saga di ucciderlo.
Kanon interviene a dar man forte al fratello, dandogli forse la forza necessaria a fare la cosa giusta? Non l'ho capito, ma interviene in qualche modo; Saga distrugge la statua, lo zaffiro, risparmia Sigmund e procede nel suo cammino.
Saga e Kanon vanno d'accordo per la prima volta. |
Finalmente abbiamo una chance di vedere la God Cloth di Gemini, che non è proprio un serafino ma quasi. Si rimane sul dualismo demone/angelo e infatti eccolo come i cuoricini con ala da pipistrello e ala d'angelo che disegnavo tantissimo alle medie.
Nel mentre, Dohko si ritrova a distruggere la statua della stanza aiutato dal cavaliere misterioso che rivela il volto. Mai visto prima, ma la maschera rivela l'interessante fatto che il corpo del cavaliere avversario sia segnato dal simbolo dei ritornati, differente da quello che marchia i gold saint, ma con lo stesso valore, Utgard è un ritornato. Per quanto ne sappiamo, Dohko rimane con la curiosità: cosa c'entra Lyfia in tutta questa storia?
Ah, ma sei proprio tu! |
Altro scontro fondamentale della puntata è quello tra Frodi e Aiolia. I due combattono, Frodi è leale alla sua causa e Aiolia si fida ciecamente di Lyfia, parte della loro lotta pare vertere su quanto sia affidabile Lyfia.
Si scopre il rapporto che lega il cavaliere di Gullimbursti alla serva di Hilda, Lyfia - infatti - prima di servire a palazzo Valhalla, è stata servitrice della casata di Frodi che si è fatto investire cavaliere per proteggere l'amica.
Aiolia cerca di amputarsi le dita. |
Mentre i due si scambiano cazzotti e scintille, Lyfia li trova e confessa di essere stata lei a riportare in vita i cavalieri di Atena e per questo - secondo le leggi asgardiane - merita la morte. Andreas, dall'alto del suo nascondiglio, preme che Frodi rispetti le leggi, ma il cavaliere non se la sente e disobbedisce.
Quando lei è pronta a morire e azzarda il suicidio, Aiolia la ferma.
Cantami o Diva del cinghialide Frodi l'ira funesta, che infinite addusse giustificazioni agli déi. |
Andreas ritenta il giochetto fatto su Sigmund, ma Frodi distrugge lo zaffiro prima che sia troppo tardi. Questo, purtroppo, non salva Lyfia che viene uccisa dal misterioso e ancora sconosciuto Utgard.
Gente che corre male. |
Frodi resta a combattere contro Utgard e Aiolia corre verso la meta: le stanze di Andreas, per fargli il sedere a strisce.
#10 Scontro: Aiolia contro Andreas
Frodi e il mascheratissimo ninja nordico si prendono a spadate sulle gengive, si insultano e cercano di capire perché lo stiano facendo. Frodi ha lasciato andare il cavaliere del Leone, ma le cose non sono per niente facili. Ha deciso di fidarsi delle parole della defunta amica che tanto voleva proteggere Asgard e ora via di colpi.
Sailor Moon |
Frodi riconosce la spada impugnata da Utgard come la famosa spada Dainsleif, che Utgard stesso definisce come la zanna del lupo assetato di sangue.
Si tratta di una spada presente realmente nei testi norreni, Dainsleif significa "eredità di Dainn", ed è la spada del re Högne, regnante presente nella Saga di Hild, come riporta Snorri Sturlson.
La spada è stata forgiata dai nani, apparteneva al corredo funebre di Dainn ed è legata al regno dei morti, così come Utgard stesso, che reca il nome di uno dei recinti (quello esterno) della cosmologia norrena connesso all'Yggdrasill, è il regno abitato dai giganti di brina.
Si dice che la spada non manchi mai un colpo e che ogni volta venga sfoderata debba bagnarsi nel sangue. Le ferita da essa causate non si risanano.
La storia della spada è legata a doppio filo a quella del re che la possiede, poiché egli scende in battaglia quando un altro sovrano ne rapisce la figlia Hilda. La battaglia sarà conosciuta nei poemi come Hjathningavig (che pare dothraki), Hilda accoglie il padre offrendogli una collana e la pace, ma il genitore ha già sguainato la spada e non può più tornare indietro.
Alla fine della battaglia, Hilda resuscita i caduti della battaglia e i due eserciti continueranno a combattere fino all'avvento del Ragnarok.
Pare familiare tutto questo, no? Guerrieri resuscitati, la fine del mondo che si avvicina.
Utgard usa la lama scatenando un branco di lupi bianchi che assaggiano la carne di Frodi e che continueranno ad attaccare finché di Frodi non sarà rimasto niente. Frodi cerca di reagire e alla fine si ritrova a precipitare nel vuoto, durante la picchiata vede per la prima volta quello che Lyfia voleva proteggere a ogni costo e torna a combattere più motivato che mai.
Lo scontro tra i due guerrieri di Asgard procede, finché la statua crolla e Utgard si ritrova con un grossissimo buco nell'addome e muore come lo storico guerriero giapponese Benkei: in piedi. Fordi si accorge che qualcosa brilla nel buco, sicuramente qualcosa di importantissimo.
Nel mentre, il leoncino dorato corre a vendicare la fanciulla che per prima lo ha accolto in terra di DanimarcaNovergiaSvezia Asgard e fa irruzione nelle stanze di Andreas, attacca e fallisce, ma fa una scoperta terribile: nonostante le sette colonne dei mari statue siano state abbattute, il frutto malefico dell'Yggdrasill continua a crescere come se niente fosse.
Questo perché sono le armature d'oro che Andreas sta cercando di collezionare ad alimentare la crescita del frutto cattivo. Aiolia lo affronta, ma non ce la fa a farcela e piano piano intervengono i cavalieri d'oro sopravvissuti.
Bello, micione. |
Mu, Dohko, Saga, la freccia di Aiolos che aveva scagliato contro Andreas, poiché Aiolia scopre pure che il fratello è rimorto, anche se non è che me la beva tantissimo, cercano di contrastare il celebrante di Odino.
I gold combattono e tengono testa ad Andreas fino all'arrivo di Shaka, che resterà per sempre campione di entrata a effetto.
Le cose iniziano ad andare malissimo e nemmeno Shaka è in grado di tener testa ad Andreas, anche se il suo vero scopo era quello di distrarre per un po' Andreas, che finalmente si rivela essere il tizio della stele: il dio degli inganni, Loki, cosicché Saga, Dohko e Mu possano mettersi in posa per scatenare l'Athena Exclamation.
Emmò so cazzi. |
Arrivo con un anno di ritardo rispetto alle puntate precendenti. Meglio tardi che mai, no?
Vedrò di continuare con le ultime tre puntate e di non metterci troppo tempo! Spero.
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