È un periodo un po' così, in cui leggere, scrivere, guardare, giocare è diventato faticoso come un obbligo dal quale si preferirebbe sottrarsi. Forse ho intravisto uno spiraglio nella documentazione esagerata, e infatti mi sto ammazzando di saggi storici sul Giappone feudale (Epoca Sengoku) e prima o poi dedicherò qualche post ad alcuni dei miei daimyo preferiti e anche a uno che ancora non so come valutare nel complesso. Ma ogni cosa a suo tempo.
Oggi mi va di parlare di un romanzo che ho letto e di uno che sto leggendo.
Morire per vivere (Old man's war) di John Scalzi. Si tratta del suo romanzo d'esordio, tradotto ed edito in Italia da una casa editrice a cui auguro tonnellate di successo: la Gargoyle. Sì, è che mi hanno portato romanzi che credevo che non avrei mai visto in Italia, e lo hanno fatto - tutto sommato - bene.
Morire per vivere è un romanzo narrato in prima persona da John Perry, un uomo appena settantacinquenne che prende la decisione di arruolarsi nelle Forze di Difesa Coloniale. Si vocifera che tutti coloro che optino per l'arruolamento ottengano una nuova giovinezza, poiché a nessuno di loro è consentito tornare indietro. La divisa è per sempre.
John affronta l'allontanamento dal pianeta Terra e durante il viaggio verso i luoghi di addestramento stringe amicizia con altri simpatici vecchietti, che come lui hanno deciso di abbandonare la loro vecchia vita nella speranza di viverne una nuova, possibilmente da giovani.
John si rivela un buon soldato e le razze aliene che vengono incontrate vanno dall'orrido al buffo, le vicende sono trattate con una certa leggerezza, ma il mondo futuristico descritto e verosimile. Neanche per un secondo ci si stacca e ci si rende conto di leggere un romanzo; la tecnologia del futuro è plausibile, avanti nel tempo, esagerata alle volte, ma per ogni piccolo slancio nella parte fanta della fantascienza, c'è una spiegazione più che plausibile.
L'unica pecca, che mi ha fatto storcere seriamente il naso è un problema di traduzione.
Uno dei personaggi, a un certo punto esclama "No merda", traduzione letterale dell'espressione "No shit", che è in origine una contrazione dell'espressione "no bullshit".
Nel contesto in questione, si poteva tradurre perfettamente con un "non dire cazzate".
Non è il primo errore di traduzione che vedo in giro, ho visto tradotto "A murder of crows" letteralmente, come "omicidio di corvi" che effettivamente non vuol dire una mazza di nulla, anziché come uno stormo, gruppo di corvi, e purtroppo non ricordo dove; ho visto tradotto "dog tag" come piastrina per il cane. Ora, io comprendo che le parole fuori contesto siano difficili da interpretare, ma qui, con 'ste piastrine del cane, si parlava di militari. E il romanzo in questione è uno dei miei preferiti, Snow Crash di Neal Stephenson, ed è chiaro che ci resto male. Una dog tag è una piastrina identificativa, quelle che vengono strappate ai cadaveri cosicché si sappia chi ha lasciato le penne in guerra.
A parte l'errore di traduzione, do al romanzo un bellissimo 8/10.
Il sospettato X (Yougixha X no kenshin) di Keigo Higashino, edito da Giunti. Su Amazon ci sono delle recensioni negative messe ad hoc da - sicuramente - due traduttrici dal giapponese alle quali non è stato dato il lavoro. La mia solidarietà è con loro, completamente. Un romanzo va tradotto dalla lingua in cui è stato scritto, anche se la cosa migliore sarebbe leggere sempre in originale, ma a meno di non ricevere il dono delle lingue la vedo grigia. Il mio cuore è con tutti i traduttori che non vengono rispettati, anche se a volte scrivono cazzate, ma siamo tutti umani, io ne scrivo a tonnellionate.
Detto questo, in passato ho avuto modo di leggere un'altra opera di Keigo Higashino, un manga intitolato Heads, che mi aspetto che una casa editrice fighissima come la J-Pop (che pubblica un sacco di seinen bellissimi) porti in Italia affinché io me lo possa leggere anche in italiano. Heads racconta di un giovane uomo timido e taciturno che si prende una pallottola in testa. Metà del suo cervello è andata distrutta, e per permettergli di sopravvivere, gli viene fatto un trapianto di cervello in via del tutto segreta e sperimentale. Da quel momento fino alla fine, la narrazione è un delirio, un galoppo verso la follia e il cambiamento del protagonista. Meraviglioso, semplicemente. E lo sono anche i disegni, che NON sono di Keigo Higashino ma di Motoro Mase.
Il sospettato X è un mistery, un mistery atipico.
La narrazione è affidata, a salti, a un narratore limitato in terza persona, che segue i vari personaggi uno per volta. Si assiste all'omicidio attraverso il punto di vista dell'assassino, Yasuko, una donna che uccide l'ex marito con la collaborazione della figlia e, sempre attraverso Yasuko, si assiste all'intervento del vicino di casa, Ishigami, un professore di matematica razionale e logico, che si offre di aiutare le due donne. Da tempo, Ishigami ha un debole per la bella Yasuko e riesce a costruire un alibi a prova di bomba per le due donne, alle quali dà regolarmente istruzioni.
Quando viene ritrovato il cadavere, la polizia (come sempre) brancola nel buio, ma piano piano riesce a ricostruire le vicende con l'aiuto del Detective Galilei, un fisico ex collega universitario di Ishigami, dotato come il matematico di una mente lucida e razionale.
Per il momento sono incastrata tra una trovata geniale e l'altra, una battaglia intellettuale tra geni che riescono ad anticiparsi di parecchie mosse ogni volta. E ancora non so come va a finire.
Ecco, meglio che torni a leggere.
Edit:
Il romanzo l'ho finito, ma aggiungo poco altro.
Il finale ha un che di straziante, il tempo investito nella lettura è stato ben speso. Keigo Higashino è entrato di prepotenza nella top ten dei miei autori preferiti, la bravura che ha dimostrato nell'orchestrare pensieri e azioni di due persone incredibilmente intelligenti che si confrontano è da geni. Ho messo le mani anche su L'impeccabile, secondo romanzo con il Detective Galilei (Manabu Yakawa), figura ricorrente che non è mai il protagonista delle vicende ma comprimario assieme al detective Kusanagi, ogni personaggio ha un background solido e coerente.
Edit:
Il romanzo l'ho finito, ma aggiungo poco altro.
Il finale ha un che di straziante, il tempo investito nella lettura è stato ben speso. Keigo Higashino è entrato di prepotenza nella top ten dei miei autori preferiti, la bravura che ha dimostrato nell'orchestrare pensieri e azioni di due persone incredibilmente intelligenti che si confrontano è da geni. Ho messo le mani anche su L'impeccabile, secondo romanzo con il Detective Galilei (Manabu Yakawa), figura ricorrente che non è mai il protagonista delle vicende ma comprimario assieme al detective Kusanagi, ogni personaggio ha un background solido e coerente.
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