venerdì 26 luglio 2013

Recensione: La rilegatrice dei libri proibiti - Belinda Starling

The Journal of Dora Damage

Il romanzo è ambientato a Londra, nel 1859.
La protagonista, Dora Damage, moglie di un rilegatore con l'artrite reumatica, si ritrova a prendere piano piano in mano la gestione della Legatoria Damage, sita nel non proprio felicissimo quartiere di Lambeth.

Dora non è mai stata una donna di casa come era richiesto a una signora del suo tempo; figlia di un rilegatore, è cresciuta in una legatoria, circondata da telai, aghi, filo, cuoio, tele e colla, caratteri, punzoni e capitelli, ha conosciuto il marito quando quest'ultimo fece l'apprendistato per il padre.

Purtroppo Peter Damage non è più in grado di lavorare, ha le mani gonfie e doloranti e Dora si fa carico del lavoro della legatoria, in silenzio, di nascosto dagli occhi della gente, che non perdonerebbe mai il fatto che una donna svolga un lavoro tipicamente maschile. Ad aiutare Dora in laboratorio c'è Jack, l'apprendista del marito.

Il lavoro scarseggia e Peter s'inguaia con degli strozzini, finché non cede alle suppliche della moglie di lasciarle gestire la legatoria, ma solo sotto il suo controllo. Disperata, Dora si reca da un libraio in cerca di lavoro e la Legatoria Damage torna a produrre e a guadagnare sempre meglio, grazie all'accordo segreto che Dora stringe con il signor Diprose, il libraio.

Inizia così a rilegare libri disdicevoli, libri riservati a un ristretto gruppo di persone, Les Savauges Nobles, tomi che verrebbero immediatamente sequestrati dalla polizia. Dora parla direttamente con uno di loro: Sir Jocelyn Knightley, che lei imparerà a conoscere anche come Nocturnus, che le fornisce la maggior parte del lavoro e le racconta del suo desiderio di rivoluzionare i costumi britannici e di sdoganare un certo tipo di letture (al periodo vendute al modico prezzo di tre ghinee l'uno, la paga settimanale di un operaio).

Iniziano così i guai, a partire dall'incontro con la signora Knightley fino alla morte di Diprose, e se volete sapere cosa succede: leggete.

Ho letto il romanzo più per curiosità lavorativa che altro. Come Dora sono una rilegatrice, ma non rilego libri proibiti. Anzi. E se mi capitassero, mi farei molti meno problemi di Dora, anche se trovo curioso come Dora riuscesse a leggere i libri su cui lavorava.
Per esperienza: o si legge o si lavora, non è neanche possibile leggere mentre si cuce, perché si leggerebbe sempre e solo l'ultima pagina di ogni fascicolo.

Ma non è questo un problema del libro. Anzi.

studiolum.com                  Un libro non proibito

Il romanzo mi è piaciuto, e nonostante tutto, i metodi di rilegatura dei libri sono sempre gli stessi. Ciascun artigiano fa qualche modifica al classico, ma in linea di principio niente è cambiato.
La prima parte del romanzo verte sulle difficoltà quotidiane di Dora e famiglia, della legatoria che piano piano perde fatturato a causa delle condizioni di salute del marito e alla necessità di Dora di rimboccarsi le maniche. Dora impara a rilegare, mette finalmente in pratica anni di informazioni assorbite durante la giovinezza e mentre lo fa bada alla figlia e al marito.

Il problema, per quanto mi riguarda, sorge nell'ultima parte del romanzo che si colora di rosa e in un certo punto richiede una sospensione dell'incredulità talmente "grande" che non ce la faccio.
Non ho problemi a spegnere il cervello e godermi la storia, solo che a volte capita che sia la storia a venire da me a prendermi a badilate e urlarmi in faccia: "TI STAI BEVENDO TUTTE QUESTE COSE?".

Per il resto, l'ho trovato piacevole. I personaggi sono ottimamente caratterizzati, la ricostruzione storica mi sembra fedele per le mie limitate conoscenze.
La traduzione è ben fatta, i termini più tecnici sono azzeccati.
Se non fosse stato per tutte quelle sottili implicazioni rosa che apprezzo come l'orticaria, lo avrei goduto di più.

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