Sono incappata per caso (non è vero, ci ho cliccato deliberatamente sopra) in una mail del Writer's Digest, famosissima rivista per scrittori. Mi sono iscritta circa un paio d'anni fa alla newsletter e da allora mi arrivano decine e decine e decine e decine e decine e decine di email su come diventare il migliore scrittore del mondo partecipando ai loro ritiri per soli 999,99 $ al giorno, leggendo i loro manuali e soprattutto comprando le loro videolezioni e in generale basta pagare e si può fare tutto. Va da sé che il 98% delle newsletter sia scivolato davanti ai miei occhi come lacrime nella pioggia.
Oggi, invece, BAM, il titolo dell'e-mail mi ha colpito la faccia come un F-35. Cos'è il plagio?
Beh, è effettivamente la peste dello scrittore, soprattutto se esordiente o wannabe. Come imbrattacarte, anche a me spesso viene il terrore di copiare senza rendermene conto, soprattutto perché, dopo centinaia di libri letti, decine di videogiochi giocati, di film visionati, di idee blaterate al vento in occasionali momenti di brainstorming, è impossibile ricordare perfettamente se un'idea è venuta a te e poi casualmente Stephen King ha pubblicato un libro qualche mese dopo, o se è venuta a Dan Simmons e tu hai deciso di riprenderla e rivederla a modo tuo.
C'è comunque una soluzione a questo increscioso problema: dichiarare le proprie intenzioni prima. Ad esempio, non è necessario farsi prendere dalla smania. Riesco a capire cosa passa nella testa di un nuovo scrittore che vuole farsi strada nel mondo dell'editoria, lo vedo benissimo il pensiero:
Penseranno che sono un vero genio
Ecco, nessuno urlerà al genio quando nel leggere il grande capolavoro che inizia in poesia quando rimesse a posto due parole ci si troverà davanti all'incipit della Divina Commedia, e non varrà dire: "Ma io non l'ho mai letta perché non ho mai creduto nei classici e comunque io sono uno scrittore e quindi scrivo, sono i lettori che devono leggere".
Vi sfido a non imbelfagorirvi come Asura di Asura's Wrath. È curiosa che questa sia stata la mia reazione appena finito il gioco. |
Comunque, bando alle ciance da cerebrolesi, ecco i principali tipi di plagio secondo il Writer's Digest:
1. Rubare parte del lavoro di altri e inserirlo nel proprio senza citazione;
2. Presentare il lavoro di altri sotto il proprio nome;
3. Parafrasare le parole di altri tentando di farle passare per proprie;
4. Prendere un proprio lavoro precedente, del quale si è ceduto i diritti, e riusarlo tutto o in parte in un nuovo lavoro. Apparentemente, questo si chiama autoplagio, sapevatelo.
Naturalmente non ho idea se la definizione di plagio in Italia sia la stessa di quella americana, dato che in entrambi i paesi, e così in tutto il mondo, le cause di plagio portano a gonfiare alcuni portafogli e a sgonfiarne altri, ipotizzo siano quantomeno simili.
Da questo link, è possibile scaricare un estratto sulle basi del copyright negli USA.
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