martedì 28 maggio 2013

Aokigahara: la Foresta dei Suicidi


Ai piedi del Fujiyama, il meraviglioso vulcano giapponese, sorge una meravigliosa foresta: Aokigahara, conosciuta anche come Junkai, il mare di alberi.

 La foresta ha circa 1200 anni; formatasi a seguito dell'eruzione vulcanica del Monte Fuji nell'anno 864. Proprio sulla colata, nell'arco degli anni si è sviluppata la fitta vegetazione.
È chiamata "mare d'alberi" perché durante la salita sulla montagna si vede solo un'immensa distesa verde, che tanto somiglia al mare.

Si tratta di un luogo aperto ai visitatori, con percorsi segnati e la possibilità di fare deliziosi picnic, ma non è questo il motivo per cui la foresta è nota.
Ci sono sentieri delimitati, con cartelli che invitano i visitatori a non addentrarsi, a meno di volersi perdere.
In queste zone è possibile trovare cartelli come questo:

"La tua vita è un prezioso dono dei tuoi genitori. per favore, pensa ai tuo genitori, ai tuoi fratelli e ai bambini. Non tenerti dentro i tuoi problemi, parlane."

Segue poi, in basso, il numero di telefono da contattare, quello del Centro Antisuicidi, poiché
Aokigahara è nota per essere la foresta dei suicidi; il luogo scelto da centinaia di giapponesi per porre fine alle proprie vite. 

Azusa Hayano è un geologo che lavora ad Aokigahara, e guida la troupe di Vice per la foresta. Nella sua carriera trentennale ha trovato più di cento cadaveri.

Questo è il documentario, sottotitolato in inglese.


A zonzo per la foresta, Hayano mostra decine di nastri colorati tesi tra gli alberi, e spiega il loro significato. Non tutte le persone che s'inoltrano nella foresta hanno deciso di morire, alcuni vi si recano, s'immergono nella meravigliosa natura che Junkai offre loro e riflettono.
I nastri sono di diversi colori e altro non sono che moderni fili d'Arianna, necessari per uscire dalla foresta nel caso si decidesse di vivere.
La curiosità è che alla fine di un filo, dice Hayano, si trova sempre qualcosa. A volte una tenda, degli oggetti, dei fogli e anche un cadavere.

Cadavere
Appeso a un albero, viene trovato un fantoccio con gli arti inchiodati al fusto. Secondo Hayano si tratta di una qualche maledizione verso la società, lì vicino c'è questa, una piccola tavoletta di legno con un messaggio, che riporta data e ora, oltre al nome del suicida all'estrema destra.

Sono venuto qui perché nella mia vita non è mai successo niente di bello. Non cercatemi.
Durante la scampagnata, viene rinvenuto anche uno scheletro, che secondo il geologo si trova lì da uno-due anni.


Coloro che abitano nei pressi della foresta ne sono spaventati, poiché - fino al diciannovesimo secolo - era pratica comune l'ubasute, ovvero l'abbandonare gli anziani nella foresta perché morissero. Gli spiriti di costoro si trasformarono in yurei, fantasmi malevoli incapaci di raggiungere l'aldilà. 
Col tempo, la pratica venne abbandonata, fino al 1960, anno della pubblicazione del romanzo di Seichō Matsumoto, Nami no To (波の塔), Tower of Waves in inglese, in cui i protagonisti scelgono di morire proprio nella foresta.

Fiori, manga e cibo portati da parenti e amici di uno dei tanti suicidi.


Curiosezza
Aokigahara è un luogo misterioso, che suscita curiosità, ma non solo perché è meta di centinaia di suicidi ogni anno, ma anche perché è impossibile usare la bussola.
La colata lavica sulla quale si è formata la foresta è composta in gran parte da magnetite, il minerale presente in natura con le maggiori proprietà magnetiche. Ad Aokigahara, trovare il nord con la bussola è impossibile per i profani, mentre apparentemente è meno complicato per gli esperti che sono in grado di calcolare approssimamente il grado di deviazione dell'ago, che la Wikipedia  nipponica setta a 1,2.

Non sono solo le bussole a impazzire, ma anche i GPS e i telefoni cellulari. Le cause scientifiche sono due: l'elevata concentrazione di magnetite e le chiome degli alberi troppo fitte che impediscono la ricezione del segnale.

A donare alla foresta un altro alone di mistero c'è un incidente aereo: nel 1966, nei pressi del Monte Fuji, precipitò un Boeing 707, BOAC Flight 911, delle linee inglesi. Morirono tutti i passeggeri e tutti i membri dell'equipaggio.
La causa dell'incidente è attribuita alle onde orografiche; e per sicurezza la foresta e il Monte Fuji sono ora lontani dalle rotte aeree.















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