lunedì 8 giugno 2015

Saint Seiya - Soul of Gold - Ep. #5

Episodio precendente: #4 - Adunata! I sette God Warrior


Il potere delle armature divine

Puntata di transizione questa; finalmente si incontrano nuovamente i grandi scomparsi della storia, come Shura di Capricorn, la cui apparizione non è stata la sola a destare stupore; ritroviamo qualche ricordo perso nel tempo e il coraggio di un uomo che regge tutta la storia sulle sue spalle e che non riesce a riposare in pace.
È stato un bell'episodio, sebbene abbia risentito della scelta di posizionamento del 97% del budget della puntata negli ultimi tre minuti. Minuti che valevano comunque ogni singolo secondo di fermo immagine e cavalieri disegnati con parti anatomiche che normalmente non vengono usate per disegnare.
I dodici cavalieri d'oro (forse undici, non è chiaro se Aiolos sia vivo o meno, sarebbe bello di sì, ma dato che non è stato disturbato neanche da Hades, mi concedo il beneficio del dubbio) vagano un po' a caso per le lande desolate di Asgard.


Shaka di Virgo resta seduto nella posizione del loto e dispensa consigli e notizie che avrebbe potuto dispensare subito. Inizio a pensare che il cavaliere della sesta casa sia un po' pigro e che mascheri questa sua inclinazione con il suo bisogno di meditazione.
La dolorosa dipartita di Aphrodite dei Pesci ha causato a Death Mask di Cancer qualche squilibrio emotivo assieme alla tirata di cuoia della giovane fioraia con la tubercolosi che tentava di abbordare con discutibile tecnica.
La puntata scorsa è servita più di tutte a ridare dignità a due cavalieri che ne erano stati spogliati, che hanno agito da comparse nella serie animata di Hades, forse per una certa incapacità di gestirli o forse per semplice idiosincrasia. Sono molto felice che siano stati riabilitati e che adesso possano fare davvero parte del gruppo, soprattutto perché Cancer continua a detenere il posto di mio favorito.


Dohko di Libra e Aldebaran di Taurus procedono in direzione del grande albero che svetta solitario tra le montagne asgardiane e lo fanno costeggiando una palude; avanza anche Milo di Scorpio, sempre più debole a causa delle ferite riportate dalle batoste da vigliacchi inflittegli per ben due volte da Camus di Aquarius e da Surt, trascina i piedi deciso a prendere qualcuno a calci nel sedere. Saga di Gemini non è con lui e al momento se ne sono perse nuovamente le tracce.
Aiolia e Lyfia procedono anche loro verso il grande albero che tanta sventura porta, e tutti coloro che scarpinano, lo fanno circondati da una fitta nebbia.


Mu di Aries si fa spiegare qualche cosa dal divino Virgo, che gli rivela di aver trovato tra i pezzi dell'armatura il pugnale col quale Atena si era tolta la vita per giungere all'Inferno. Il pugnale continua a essere importante per la storia, non solo è il simbolo del tradimento di Saga di Gemini molti anni prima (anche se nel mentre è cambiato e si è evoluto da semplice coltellaccio e una daga raffinata e dorata), ma rappresenta il senso di colpa per il cavaliere dei Gemelli, che dopo tanti anni deve impugnarlo sempre per lo stesso scopo, anche se la seconda volta manca la volontà di affondarlo.
La lama bagnata dal sangue e dalle lacrime della dea solo qualche notte prima (in realtà le avventure dei cavalieri sono sempre giornaliere, dodici ore per arrivare al tredicesimo tempio, una giornata trascorsa in fondo al mare, una giornata nella serie animata di Asgard, una notte perché i cavalieri d'oro portino a compimento la richiesta di Hades e tanto dura la nuova, effimera vita, poche ore per abbattere il Muro del Pianto e prima che il sole tramonti sul Grande Tempio, i cavalieri di bronzo riescono a sconfiggere il dio dell'Oltretomba) è una delle chiavi per permettere ai redivivi cavalieri d'oro di accedere a un potere superiore, divino.

Le tre radici dell'Yggdrasill.
L'armatura può trasformarsi in qualcosa di più, in qualcosa che davvero sfiora la sfera divina, solo a patto che vengano soddisfatte due condizioni:
1) che il cavaliere arda il suo cosmo senza rispiarmiarsi, senza timore, con la furia che caratterizza di solito l'impresa ultima;
2) che le lacrime della dea lo abbiano sfiorato.


Dopo la Scalata delle dodici case, durante la quale persero la vita cinque cavalieri (Gemini, Cancer, Capricorn, Aquarius e Pisces) Atena si è lasciata trasportare dalla tristezza, vuoi per la morte prematura di quasi metà dei guardiani del Santuario, vuoi perché non l'avessero riconosciuta come dea, vuoi per la nobiltà di alcuni, lei ha pianto. Le lacrime hanno inumidito il metallo.
La stessa sorte è toccata all'armatura di Toro, colpito a morte da Mizar e Alcor nella serie animata e mandato in ospedale.
Anche il cavaliere d'oro del Leone è in grado di ascendere e stringere nel pugno quel potere divino, sebbene la dea non abbia avuto il tempo materiale per piangere anche sulla sua, di armatura, ma Aiolia ha ricevuto in dono un pendente dalla dea, una collanina con un ciondolo a forma di punta di freccia che era appartenuta ad Aiolos.


La punta di freccia e il pugnale permettono di raggiungere la condizione necessaria per sorpassare il proprio limite e modificare le armature.

Il ciondolo appare anche nel reboot La leggenda del Grande Tempio
Shaka di Virgo consegna a Mu il pugnale e viene reso noto il modo in cui i cavalieri d'oro potranno finalmente raggiungere Yggdrasill ed esigere quantomeno la spiegazione per il loro ritorno alla vita. Ci sono tre entrate nella barriera che protegge l'albero e che assorbe il loro cosmo, tutte e tre si trovano in corrispondenza dei punti in cui le tre radici dell'albero sfiorano la superficie: le Great Root.
Nella cosmologia norrena, nove sono i mondi che l'Yggdrasill unisce: tre si trovano in corrispondenza delle radici; tre del tronco - tra i quali il mondo degli uomini, Midgard, e altri tre si trovano sulla chioma, il più alto dei quali è la dimora degli Asi, Asgard.
I regni che sorgono tra le radici dell'albero cosmico sono i regni bui e scuri: Helheim, il regno dei morti, governato da Hel; il regno sotterraneo degli avidi nani Svartalfheim; e infine il regno dei giganti, lo Jotunheim.
In Soul of Gold si è voluta mantenere questa divisione, lasciando i tre accessi all'albero, anche se ancora non si sa dove condurranno le tre porte con esattezza, ma date le anticipazioni, direi a sette stanze.


La barriera che circonda e protegge Yggdrasill e le tre entrate ha la forma di una fitta nebbia che ha il potere di materializzare l'oscurità, i dubbi, i risentimenti presenti nei cuori di coloro che si avvicinano. Questo fenomeno difensivo prende il nome di Fimbulwinter, che nella mitologia norrena è il lungo inverno triennale che ha luogo prima dell'avvento del Ragnarok, il crepuscolo degli déi.
Del Fimbulwinter difensivo cadono vittima tutti i cavalieri d'oro che si sono avvicinati abbastanza all'Yggdrasill: Dohko e Aldebaran, Milo, Aiolia.
Qui è accaduto qualcosa che mi ha lasciato un po' perplessa.
Capisco bene i motivi per cui Hyoga sia apparso a Milo, Shiryu a Dohko e Seiya ad Aiolia, voglio dire, Hyoga è colui che ha instillato il dubbio del cuore di Scorpio alle Dodici Case; Shiryu è il discepolo di Dohko, Seiya si è preso la valanga di calci nel sedere da Aiolia quando quest'ultimo era in balìa del potere di Saga...ma Shun e Aldebaran?
Il cavaliere del Toro fa pensieri impuri poco consoni al suo rango sul delicato cavaliere di Andromeda? O non avevamo niente da collegare alla sere classica e si è preferito ripiegare su Shun piuttosto che inventarsi qualcosa?


Potevano osare un po' di più in questa parte, devo essere onesta, e infilare magari Cassios, il sacrificio che ha fatto alla quinta casa andrebbe tenuto un po' più in considerazione.
Mi è piaciuto molto come il vedere Pegasus abbia causato ad Aiolia qualche istante di puro panico e sgomento, al punto da spingerlo a domandarsi se i bronzini non avessero perso contro il sovrano dell'Oltretomba e per quel motivo fossero tornati tutti a nuova vita.
Altrettanto bello il modo in cui l'illusione che attacca il cavaliere del Leone si trasformi sotto i suoi occhi, prendendo le sembianze del cavaliere della decima casa.


Aiolia non riesce a tenere testa al parigrado, poiché troppo forte è il risentimento nei suoi confronti per aver ucciso Aiolos. È il momento del flashback che rimanda a quella notte di - a questo giro dodici - anni prima, alla Notte degli Inganni.



All'epoca, Shura di Capricorn era un bel ragazzino efebico con gli occhioni giganti (abbiamo ottenuto anche la conferma che le armature non hanno taglia) e non ebbe esitazioni nell'obbedire all'ordine impartitogli da Saga modello Gran Sacerdote, vuoi perché aveva qualcosa come dodici anni e a dodici anni non si ha esattamente questa grandissima capacità di discernimento, vuoi perché particolarmente deluso da Aiolos.
C'è la side story che narra della Notte degli Inganni dal punto di vista di Shura, se si considera tutto in continuity, Shura aveva un'ammirazione irragionevole nei confronti del Sagittario e quella notte dovette scegliere se credere nell'istituzione del Santuario o nel suo eroe. Insomma, quella notte è morto un po' anche lui.


Il vero Shura di Capricorn giunge in soccorso del cavaliere della quinta casa, un po' disgustato dal dover incrociare le lame con una copia mal riuscita, si rende conto che l'unico a poter sconfiggere l'illusione generata da Aiolia è Aiolia stesso, blocca il suo clone nello stesso modo in cui Shiryu aveva bloccato lui alla sua prima dipartita e incita il cavaliere del Leone a colpire senza indugio, senza preoccuparsi di fargli del male.
Shura aveva messo in conto, molti anni prima di sacrificarsi per Aiolia, semmai ce ne fosse stato il bisogno, e questo smuove il Leone, che lo lascia illeso, sconfiggendo però l'illusione.

Le tre radici - Great Root - vengono mostrate dal diradarsi della nebbia, Fimbulwinter è ormai inutile, ma per accedere è necessario disintegrare le gigantesche gemme che ostruiscono la via.
Mu cerca di raggiungere Milo di Scoprio per aprire la via, ma Milo è impaziente e convince Aries a teletrasportare la daga.

Aiolia

Milo, Aldebaran e Aiolia ardono il proprio cosmo fino al virare delle armature. Ricolmi di energia, scagliano il loro colpo contro le gigantesche gemme e si aprono così la via.
Aldebaran

Milo
Ferito e indebolito dalle battaglie precedenti, spossato di ogni bricciolo di energia dall'ultimo colpo, Milo crolla a terra e il suo corpo viene inglobato dalle radici di Yggdrasill, andando a far compagnia al povero Aphrodite, presumibilmente.

È lì dentro!
Mu giunge tardi per poter far qualcosa per Milo, l'unica cosa che può fare è raccogliere la daga e giurare in cuor suo di vendicare il compagno caduto.
Che rabbia vedere che l'albero prosciugava il loro cosmo, perché sarebbe stato bello che Mu usasse il suo dannato potere e riuscisse a teletrasportarsi al fianco dello scorpione. Ora, mi auguro, le cose dovrebbero andare meglio, dopo essere peggiorate ancora.
È di nuovo il momento di Shaka di Virgo, l'uomo delle anticipazioni, che chiede aiuto, conforto e consiglio alla dea Atena. Cosa ci facciamo ad Asgard? E in risposta la dea gli fa indossare l'armatura.

Combatti, pigrone!
Ormai le cose si fanno serie, la sezione introduttiva si è conclusa, chi doveva imparare e accettare il cambiamento lo ha fatto, chi doveva sacrificarsi lo ha fatto.
Il prossimo episodio sarà venerdì 19 giugno, intitolato: Le sette sale di Yggdrasill.

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