sabato 1 marzo 2014

I saggi consigli di scrittura (e non) del primo che passa #0

Tutti hanno la rubrica bellissima e allora la voglio anche io, anche se è meno bellissima. Quindi inauguro la prima rubrica del mio bellissimo blog, magari do una mano a qualcuno, a me piace aiutare le persone, mi fa sentire bene con me stessa. Ciancio alle bande.


Da qualche anno, è riesploso in me l'amore per la scrittura. Bene o male, ho sempre scritto, ma da un po' di tempo ho cambiato modo di interessarmi a quello che è stato il mio passatempo per diversi anni. Ho iniziato a leggere manuali, a valutare i pareri di scrittori affermati e dilettanti, a incuriosirmi.
È pieno di blog che riportano riassunti, traduzioni e spezzoni di manuali; che spiegano come descrivere una scena piuttosto che un'altra.
Mi è passato diverse volte per la testa di fare la stessa cosa, ma ho sempre lasciato perdere. Alla fine della fiera, nella scrittura non ci sono scelte giuste o sbagliate a priori, poiché tutto dipende dal contesto e da ciò che si vuol fare e si vorrebbe trasmettere. 
Ad esempio, qualcosa del genere è più che lecito:
Mi zveg£iaj. Mi vestii. Fetci kolattsjone. Parlaj kon Ergates la formika ke* disse 'ai soltanto lavorato lavorato lavorato ultimamente padron Baskule, perke* non ti prendi una vakantsa? & io dissi d'akkordo & fu* kosi* ke* decidemmo di andare a trovare il siñor Dzoliparia nellokkjo del maskerone Rosbrith.
Criptosfera (Feersum Endjinn)
Iain M. Banks
È italiano, anche se non sembra. Uno dei narratori del romanzo è dislessico e racconta la vicenda - ovviamente in prima persona - nel suo modo di esprimersi, ovvero tramite fonemi che indirizzano il lettore verso le parole giuste. Mi svegliai. Mi vestii. Feci colazione.
Naturalmente è solo Bascule a raccontare così. Il lessico, il modo di scrivere e narrare devono essere consoni a ciò che si vuol scrivere. Se decidessi di scrivere una storia su Dante che compare per un qualche motivo dentro un Mc Donald al centro di Mosca, con Dante che narra la vicenda in prima persona, avrebbe senso raccontare tutta la vicenda con l'italiano milleduecentesco. La parte divertente sarebbe riuscirci senza scivoloni. 

Uno scrittore
Di esempi, blog, post, messaggi, immagini, disegni e chissà che altro sulle regole base della narrativa, dalla gestione del punto di vista, allo Show, don't tell, al world building, alla costruzione dei personaggi, è pieno internet. 
L'idea di questa rubrica mi è stata data da un blog su Tumblr che ho scoperto per caso da poco, e si basa su una serie di domande e risposte per dare una mano a rendere realistici i personaggi evitando di cadere in beceri luoghi comuni.
Allo stesso modo, sarebbe interessante discutere dei vari tipi di comportamenti, di quanto il protagonista di American Psycho non sia uno psicopatico; oppure di costruzioni di mondi alieni, fantastici, di armi e di tutto un po'.

Una scrittrice.

Una delle cose che più amo della scrittura è quel momento in cui un'idea - acerba e deforme - compare e resta lì a pizzicarmi, a invitarmi a prenderla davvero in considerazione. E da quel momento cresce e si trasforma, evolve e cresce di attimo in attimo, fino a diventare una storyline con luoghi, personaggi e avvenimenti. Quel processo che prende il via dall'accensione della proverbiale lampadina fino all'abbozzo di quello che la storia sarà nel momento in cui si scriverà la prima parola è documentazione.

Scrivere con cognizione di causa non solo dona allo scrittore credibilità, ma è un segno di rispetto  nei confronti di chi leggerà. Spesso la regola "scrivi di ciò che sai" viene in qualche modo fraintesa. C'è chi si limita a trasporre su carta frammenti del proprio (noioso) vissuto; chi inserisce gli amici e i parenti; un idraulico può narrare solo storie con protagonisti idraulici.
"Scrivi di ciò che sai" è un enunciato prezioso, che si conclude con: "altrimenti documentati".
Documentati: impara, cerca, chiedi, leggi, scopri. Ci sono infiniti mezzi per dare risposte a ogni domanda, internet è uno strumento tanto potente che è in grado di fornire qualunque cosa per chi sappia cercare.
La documentazione è fondamentale, importante, imprescindibile. E lo affermo perché attraverso i romanzi, volenti o nolenti, si trasmettono informazioni e nozioni; nozioni che spesso vengono prese come veritiere da chi legge. 
È stato spiacevole vedere che qualcuno avesse preso per veritiero lo spadaio Hattori Hanzo di Kill Bill, lasciando nel dimenticatoio il ninja Hattori Hanzo, realmente esistito e al servizio di Ieyasu Tokugawa, ma con un breve giretto su wikipedia si può ovviare.
Il problema vero si pone quando sarebbe dovuto essere l'autore a fare un giretto su wikipedia. Mi è capitato di leggere di un protagonista poliziotto che sfilasse il carrello della pistola per contare i proiettili. Sfilando il carrello di una pistola, nel migliore dei casi si fa uscire il proiettile già in canna e basta. Nel peggiore dei casi saltano i proiettili (tutti) e la molla che li spinge nella camera di scoppio. A questo punto, l'unico modo per usare l'arma diventa tirarla in faccia a chi si vorrebbe/dovrebbe sparare.

Fu così che Sakura estrasse la naginata dalla borsetta e si tagliò una grossa fetta di torta.
Questo è il tipo di rispetto nei confronti del lettore di cui parlo. Uno scrittore che decide di affrontare la storia attraverso i sensi e le conoscenze di un poliziotto sotto copertura DEVE sapere come si usa una pistola e conoscerne le parti, deve conoscere le regole di ingaggio, deve sapere come si comporterebbe un poliziotto di fronte a determinate situazioni. Un poliziotto non sfilerà mai il carrello per contare i colpi rimasti (idea anche un po' del cazzo, soprattutto durante uno scontro a fuoco), ma sfilerà il caricatore. Arretrerà il carrello per verificare che ci sia un colpo in canna, ma non lo sfilerà.
Sarebbe come se durante un duello di spada, uno dei due si nascondesse dietro un sasso, tirasse fuori il secchio d'acqua e la cote e si mettesse ad affilare la lama. Non avrebbe senso in nessun pianeta.

Quindi, anche per facilitare le ricerche di scrittori volenterosi o curiosi in generale, vedrò di impegnarmi a pubblicare piccoli prontuari. Alcuni basati più sulla mia personale opinione e visione del mondo, alcuni più tecnici e oggettivi. E allora nasce la rubrica: I saggi consigli di scrittura (e non) del primo che passa, senza pretese. E sempre in leggerezza e in amicizia vedrò di aggiornare di quando in quando, di comunicare al mondo intero di come "lavoro" e di quanti romanzi non abbia mai finito, alcuni con la scusa "tanto so già come va a finire", dato che l'ho pensato io.

3 commenti:

  1. Post interessante ma.... credo che i consigli di scrittura siano capziosi e, fondamentalmente, ignorano un aspetto fondamentale: nel "campo" racconti-romanzi NON esistono regole che garantiscano un buon risultato. Non sono relazioni tecniche, abstract o resoconti giornalistici dove invece ci sono, eccome, regole ben precise. Sono possibili miriadi di esempi: dalla sf avventurosa al mainstream, dal romanzo "rosa" all'autobiografia avventurosa fino ai pomposi "capolavori impegnati" esistono stili radicalmente diversi!
    Questa è la mia opinione e mi fanno sorridere i "maestri" come (tanto per fare un esempio tra tanti) il Duca di Baionette che nel suo blog pontifica su come scrivere (se non lo conosci ti consiglio di googlarlo se vuoi divertirti).
    gG

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    1. Sono capziosi sì, soprattutto quando li si fa passare per Verità imprescindibili. Sono d’accordissimo sull’applicazione delle varie regole basate sul “dipende”. Perché è vero che tutto dipende dal genere, da quello che vuole fare l’autore e dallo stile stesso dell’autore.

      È il motivo per cui ho chiamato in causa Iain Banks che sfascia addirittura i segni grafici a favore di quello che voleva ottenere.

      Anche il titolo della rubrica va dal pretenzioso al faceto, i saggi consigli del primo che passa! Non dell’esperto, lungi da me, ma solo un’altra voce che parla. Non ho pretese che qualcuno segua i miei consigli, ma dato che io ho basato il mio metodo sulla commistione ragionata dei consigli di tanti, magari anche i miei andranno ad aiutare qualcuno che ha un dubbio. Inoltre non saranno solo consigli su come affrontare le cose, ma anche informazioni utili, fondamentali per scrivere alcuni generi, ma spesso ignorate.
      Però forse il titolo sarebbe da cambiare.

      Il blog del Duca lo conosco, mi è capitato di passarci, ma per ogni volta che mi sono trovata in accordo con lui, non lo sono stata per moltissime altre.

      Grazie infinite per il commento che mi fa piacerissimissimo!

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  2. Ho capito il tono scherzoso dei tuoi "consigli" di scrittura. Una piccola questione deriva dal fatto che le rete (e non solo...) è piena di gente (non tu!) che pontifica su tutto: pochissimi che dicano "secondo me", "a me sembra", "secondo il modo di pensare", ecc. Sembra che tutti siano "tuttologi" infallibili: cantanti che dissertano approfonditamente di politica, comici che sanno tutto di economia comparata, fisici teorici che si improvvisano esperti d'arte.......
    Ovviamente anch'io dico la mia ma cerco sempre di aggiungere che è SOLO il mio modo di vedere E aggiungo esempi pratici il più possibile generici. E comunque sono apertissimo al dialogo (basato su cose CONCRETE!).
    Ciao.

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